Tratto dalla pagina Facebook: “Scienziati, filosofi e altri animali“:

Il cane è il risultato della domesticazione del lupo, lo sanno tutti. Le modifiche sono state sia morfologiche, e queste sono evidenti, che caratteriali; il cane è in media meno indipendente del lupo e tende a correlarsi maggiormente all’uomo, e quasi certamente è stato questo uno dei criteri, se non il criterio, delle prime selezioni operate dall’uomo.
Poi siamo andati avanti su quella strada, creando tutte le razze canine esistenti, selezionando di volta in volta le caratteristiche fisiche e comportamentali che ci interessavano di più. Così ci sono i cani da caccia, i cani da pastore, i terrier, i molossi eccetera.

Nell’ultimo secolo la selezione è però a volte degenerata nella ricerca di una presunta “perfezione” di uno standard basato unicamente su criteri estetici umani, non funzionali. Per giunta certe razze sono diventate in alcuni periodi di moda, causando una produzione massiva ad esempio dei Rough Collie (Lassie), dei Pastori tedeschi (Rintintin) dei Dalmata (la carica dei 101) e così via.

Nella ricerca dello standard si è largamente praticato l’inbreeding (accoppiamenti tra consanguinei) per fissare determinate caratteristiche genetiche; nella produzione di massa si è andati a caso, puntando unicamente sulla quantità.

Come risultato buona parte delle razze più diffuse oggi è stata letteralmente distrutta, sia a livello fisico che caratteriale (nella ricerca della perfezione fisica non si è mai tenuto conto della fisiologia e del carattere dei cani). Variabilità genetica = 0, come risultato della manipolazione.

Dalle displasie alle cheratiti, dermatiti, epilessia, siringomielia, miocardiopatie ed ogni sorta di malattie e deformità trasmesse per via ereditaria: certe razze sono veri relitti.

A livello caratteriale è andata anche peggio. Se a volte la selezione del carattere è stata deliberata, per smussare certi spigoli (come ad esempio è successo per Dobermann e Pitbull) oppure per “adattare” certe razze ad un ruolo non più di cani da lavoro (da caccia o da pastore per esempio), ma di cani da compagnia, altre volte non si è considerato il carattere del tutto, nella ricerca dell’estetica, con il risultato di perdere proprio quelle caratteristiche che rendevano utile una razza.

L’esempio forse più eclatante è quello del Pastore tedesco. 50 anni fa il Pastore tedesco era un cane forte, robusto, di carattere molto stabile ed equilibrato; poi la razza si è per così dire divisa in due “rami genetici” separati e che non si sono più fusi: cani da show e cani da lavoro. I cani da show, oltre tutta una serie di problemi fisici formidabili, sono diventati cani instabili, paurosi, poco equilibrati e quindi inaffidabili. I cani da lavoro hanno mantenuto le loro prerogative originarie, sia a livello mentale che fisico … quindi non vincerebbero mai nulla in esposizione.

Infatti sono previste competizioni diverse per estetica e lavoro, quelle da lavoro comprendono prove di coraggio, di stabilità, di temperamento ed equilibrio. I cani devono superarle per avere il brevetto di lavoro, mentre dal punto di vista fisico basta che il cane sia sano e sia dentro determinati standard. Una parte non proprio piccola delle “qualità” richieste ai cani da show comporterebbe la squalifica dei cani da lavoro: un bel paradosso.
Quando incontrate unità cinofile della polizia, della guardia di finanza o della protezione civile, i cani che accompagnano le persone sono spesso Pastori tedeschi, ma in realtà non lo sono affatto: le due linee di sangue sono completamente separate, i cani non vengono mai incrociati e vengono selezionati separatamente. I cani da lavoro sono “brutti” cani, forti, sani, stabili, i cani da show sono spettacolari ombre di quello che era il Pastore tedesco.

Quasi tutte le razze diffuse, specialmente se sono passate dal ruolo di cani da utilità/lavoro a quello di cani da compagnia e da esposizione, hanno subito o stanno subendo la stessa sorte; o le razze sono distrutte, o sono separate in due linee di sangue distinte: lavoro e pet.

Ad esempio i Bulldog odierni non sono più in grado di partorire spontaneamente, tanto si è fatto per ingrossare la testa; quello in basso a sinistra in foto nei commenti è il cranio di un Carlino, a destra un cranio normale. Giudicate voi quanto è stato deformato per via genetica; infatti i Carlini hanno problemi respiratori e spessissimo si danneggiano gli occhi, anche in modo grave, causa dimensioni degli stessi, esoftalmo e mancanza di muso. Gli Yorkie che si vedono in giro sono grandi anche un quarto del cane originale inglese, un animale robusto, adatto a sopravvivere ai rigidi inverni inglesi, dal pelo folto ed ispido e dal carattere indomito. Per non parlare di caratteristiche ricercate come il nanismo, l’accorciamento delle gambe e l’allungamento del corpo e così via: creando veri mostri deformi, pieni di problemi cardiaci, ortopedici e naturalmente caratteriali. Potere dell’uso della genetica e della selezione; mezzo secolo, in media, basta. una cinquantina di generazioni. In teoria questa sarebbe eugenetica, nell’accezione peggiore del termine.

Le sofferenze che provocano queste manovre possono essere tranquillamente paragonate alla vivisezione (non alla sperimentazione animale, proprio alla vivisezione).

Nei commenti altre foto, dei video che illustrano le cose; il primo dura un’ora, magari a rate, ma consiglio di guardarlo tutto, comunque almeno i primi 10-15 minuti, per avere un’idea.

Sempre nei commenti ci sono riferimenti a quanto scritto.

https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2019/feb/27/this-is-a-calamity-the-surgeons-keeping-pugs-and-bulldogs-alive

https://www.vintag.es/2019/04/then-and-now-dog-breeds.html

https://www.avma.org/javma-news/2019-02-15/study-cardiomyopathy-dobermans-underway#.XFyu99wJka0.twitter

https://cgejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40575-017-0046-4

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