20 anni fa il complottismo era pressoché tutto di sinistra, concentrato su poche tematiche principali: l’11 settembre, il presunto falso allunaggio e le scie chimiche, con un intorno di stupidaggini (le più disparate), ma sostenute da pochi stupidi di varia natura e provenienza, da quelli che non avevano proprio studiato a quelli che oggi avremmo chiamato analfabeti funzionali. La massa critica, invece – come detto sopra – era costituita dagli “alternativi” di sinistra, cioè da quelli che all’epoca erano trascinati dalla semplice convinzione che tutto ciò che non era di sinistra non era giusto, vero, buono. Bastava che esistesse anche solo l’ipotesi di una narrazione alternativa rispetto ai fatti acclarati – su cui la controparte basava correttamente la propria conoscenza – che il complottista di sinistra tramutava quell’ipotesi in tesi. Nasceva così la contro-tesi, la verità alternativa, anche se questa era la più improbabile e difficile da dimostrare. Il complottista di sinistra ci si aggrappava come una cozza sullo scoglio e non mollava quella narrazione solo perché, dall’altra parte, insieme alla semplice realtà, c’erano Bush, Berlusconi o chi per loro.

A raccogliere l’eredità di questo tipo di complottismo arrivò ben presto Beppe Grillo e il suo stuolo di rincitrulliti honesti. In questo periodo già esistevano diversi siti che facevano fact-cheking oltre a personaggi che si sforzavano di fare corretta informazione. A livello internazionale esisteva il sito “Snopes” che sfatava le leggende metropolitane, così come il sito “Disinformatico” di Paolo Attivissimo, vero e proprio capostipite del debunking italiano, che faceva di tutto per contrastare le bufale che circolavano in maniera inarrestabile su Internet, soprattutto tramite email. Erano i primi anni del 2000 ed io avevo appena scoperto il mondo del “debunking” ossia quel sottobosco di siti di nicchia dove si facevano le pulci a tutta quella spazzatura mediatica raccontata anche con molta arroganza. Mi ero avvicinato al fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”, perché un mio collega di Ingegneria me le aveva fatte “scoprire”. Ci ho creduto per meno di un mese, poi ho approfondito, ho letto e scoperto che erano tutte cazzate. Da quel momento ho iniziato a rompere i coglioni ai miei amici e ad impegnarmi per la corretta informazione, sempre e comunque (era difficile e all’inizio non ci riuscivo per niente bene). Mi arrivavano le email con le catene di Sant’Antonio ed io non solo le bloccavo, ma mi mettevo a redarguire chi le aveva mandate spiegando quanto fossero dannose. Poi arrivò Facebook e lì davvero il fenomeno delle bufale della rete divenne incontrollabile. Anche io nel frattempo ero diventato incontrollabile, un “disco rotto”, facevo sempre le stesse battaglie, a rotazione: l’11 settembre, le scie chimiche, l’allunaggio, i vaccini che causano l’autismo, ma soprattutto l’omeopatia. Sì, perché nel frattempo mi ero accorto che, se c’erano delle bufale che erano davvero pericolose, erano quelle “mediche”. Il blog di Salvo Di Grazia, Medbunker, era diventata la mia lettura quotidiana. Davvero un precursore e forse il migliore debunker di Internet, quello con lo stile più bello, quello con i modi più gentili, quello che davvero ti spiega le cose difficili con parole semplici e che non può davvero fallire nella sua attività di divulgazione scientifica.

Ho cominciato a farmi dei nemici, la gente mi ha tolto l’amicizia (qualcuno su Facebook, qualcuno nella vita reale), ha cominciato a parlare male di me, a definirmi “tuttologo”, a credere che le cose che scrivevo erano “mie opinioni”. Insomma, rompevo il cazzo e davo fastidio. Qualcuno era convinto che si trattasse di “partigianeria”, ma poi veniva smentito quando vedeva che facevo le pulci tanto a sinistra quanto a destra. Mi hanno dato del “Pidiota”, mi hanno chiesto “Chi ti paga?“, mi hanno minacciato di querela (mai arrivata una), mi hanno accusato di fare gli interessi di questa o quell’azienda, di essere un “servo del sistema”, di non capire nulla di questa o quella cosa, di non avere la mente abbastanza aperta, di essere comunista o fascista. Erano tempi in cui ancora nessuno parlava di “fake-news”, i miei botta e risposta su Facebook li leggevano davvero pochi “appassionati”. Il contrasto all’information disorder non era per niente mainstream. Gli amici e i conoscenti ridicolizzavano molto spesso la mia attività, facevano commenti annoiati, mi blastavano con i loro “Che palle!”. In quel periodo David Puente di Open lavorava per Casaleggio Associati, Michelangelo Coltelli non aveva ancora fondato Butac, non esisteva Bufale.net o Facta, insomma non c’era alcun tipo di sensibilità di fronte all’informazione scorretta. Piano piano però, molte delle bufale più pericolose sono arrivate in tv e la gente ha cominciato a svegliarsi, a capire che quel problema era IL problema. A causa del neonato M5S, le bufale stavano per approdare addirittura in Parlamento. Iniziò il caos totale. Per fortuna tanti giornalisti o semplici appassionati come me hanno iniziato a spendersi contro la causa del complottismo. I debunker sono poi diventati numerosi (sempre troppo pochi rispetto ai diffusori di notizie false) e a loro si sono aggiunti molti professionisti, ciascuno nel proprio settore, a dare una mano in una materia in cui erano competenti (uno su tutti: Burioni). Stiamo parlando di un momento storico in cui, la filosofia grillina dell'”uno vale uno”, aveva reso uno scontro surreale tra un ricercatore e una mamma informata su qualunque materia dello scibile umano, uno scontro possibile dall’esito per niente scontato. Oggi, le tematiche del “disco rotto” Gennari, sono diventate le questioni dibattute praticamente ogni giorno da tutti. Oggi, il complottismo è diventato sovranista, rossobruno. Un mix di estremismo di destra con una spruzzatina di estremismo di sinistra da usare come paravento. Oggi, io c’ho la gente che mi scrive su WhatsApp per avere consigli medici, per fare scelte di ogni tipo, per ottenere risposte che m’impegnano e mi fanno perdere tempo, ma che assolutamente non mi competono. Non lo so se preferivo il tempo in cui il complottismo era una nicchia per gli amanti del genere oppure se preferisco i giorni di oggi in cui la gente si inizia a preoccupare di quanto sia importante la correttezza dell’informazione. Le bufale sono aumentate, ma sono aumentati anche i debunker e forse molte stupidaggini vengono neutralizzate sul nascere. Non so davvero perché ho scritto questa cosa, forse perché conosco una persona che c’ha il Covid (e non se la sta passando bene) e diceva che il virus non esisteva e così mi sono sfogato, altrimenti lo prendevo a calci nel culo.

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